
L' utilizzo degli accessi vascolari nella gestione dell’emergenza/urgenza territoriale
Riccardo Ciriello
3347238477
Introduzione
Ottenere l'accesso vascolare in ambito d’emergenza/urgenza territoriale è a volte vitale. Tuttavia, questi dispositivi non sono privi di rischi. Gli studi hanno riportano una serie di problemi e complicazioni relative al loro inserimento, uso, cura e rimozione.
Obiettivo
Indagare l’utilizzo di accessi vascolari in setting d’emergenza/urgenza territoriale, in relazione alle diverse variabili in emergenza urgenza. Evidenziare dei criteri per il quale posizionare un accesso vascolare tradizionale o intraosseo.
Metodi
Si è svolto uno studio osservazionale retrospettivo. Sono state visionate 10182 schede d’intervento del S.C: 118, ne sono state analizzate 1000 nelle quali è stato reperito un accesso vascolare prendendo in analisi le principali variabili quali: codice colore, situazione, mezzo, età, tipologia di accesso.
Risultati
Nel periodo di raccolta dati, a fronte di 10182 missioni, l’accesso è stato posizionato nel 9,82% delle missioni totali ed effettivamente utilizzato nel 50% dei casi di posizionamento. Dallo studio emerge un maggior utilizzo dell’accesso se GCS < 15 (p=<0.01), PAS ≤ 90mmHg (p=<0.01), MAP ≤ 70mmHg (p= <0.01), Shock Index ≥ 1 (p=<0.02), FC <60 (p=<0.01).
Conclusioni
I dati attuali suggeriscono che, l'accesso vascolare periferico dovrebbe essere posizionato solo quando è immediatamente vantaggioso per il paziente, e l'accesso precauzionale può essere consigliato qualora si presentino determinati parametri che possono guidare l’operatore nella scelta del posizionamento in base alla probabilità d’utilizzo.
Dovrebbero essere rivalutati i protocolli operativi attuali.
Parole chiave
Accessi vascolari, emergenza territoriale, utilizzo, intraossea, urgenza

Orale
A. Clemente, Infermiere presso SSD- emergenza territoriale, ASUGI, Trieste
A.K. Hinojosa, infermiera e tutor didattico presso Università degli Studi di Trieste, Trieste
Emergenza PreOspedaliera